Il calvario di Aldo Juretich
- Fulvio
- 5 mar 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Dopo il successo di Magazzino 18 un'altra opera molto importante riguardante il dramma dei giuliano dalmati e soprattutto il periodo jugoslavo sarà “Goli Otok”. Questo spettacolo va in scena per molti teatri italiani proprio in questa stagione. A Trieste sbarcherà precisamente dal 13 al 17 Maggio 2015 presso il teatro Rossetti. Dopo la lettura scenica del novembre 2012, Goli Otok ha colpito nel segno per la precisione della ricostruzione storica di tragedie vicine ma quasi sconosciute. Grazie alla regia di Renato Sarti ed Elio De Capitani questo spettacolo vuol far conoscere la storia di Aldo Juretich, uno dei tanti fiumani internati nell’inferno dell’Isola Calva. Juretich era nato a Fiume negli anni venti e fino a pochi anni fa abitava a Monza. Dopo la seconda guerra mondiale visse la drammatica esperienza di essere internato nel peggiore campo di concentramento di Tito, dove furono rinchiusi molti comunisti fedeli all’idea sovietica dopo la rottura tra Tito e Stalin. In questo vero inferno finì una parte importante della resistenza Jugoslava: comandanti partigiani, membri del partito comunista Jugoslava, artisti, poeti, giornalisti e persino ex agenti dell’Ubda, la spietata polizia segreta. Tra atroci sofferenze il principio fondamentale su cui si reggeva il sistema del lager titino era il ravvedimento. Il prigioniero doveva rivedere la sua posizione politica e quindi massacrare amici, parenti e a volte anche figli e padri. Quando finiva Goli Otok per gli ex prigionieri cominciava il secondo inferno ovvero l’isolamento completo dalla società. Il signor Aldo Juretich nonostante la tragica esperienza vissuta sulla propria pelle rimase saldamento fermo sui principi che lo avevano spinto alla lotta partigiana. I due registi sono riusciti a portare sul palco questo spettacolo grazie alla testimonianza di Aldo e Ada Juretich e all’autore del libro “Goli Otok” ovvero Giacomo Scotti.
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